Quello delle “traccas” è uno spettacolo nello spettacolo: sono delle
vere e proprie roulottes, carri trainati da buoi immensi, con dei “quadri”
fatti apposta per esaltare le peculiarità della vita quotidiana, rivolta in
gran parte all’agricoltura. I partecipanti, soprattutto donne, indossano
splendidi vestiti colorati, della tradizione, s’intende, e spiccano all’interno
delle traccas, da dove lanciano fiori rispetto agli spettatori. C’è tutta una
maestria nella costruzione di traccas, con artigiani altamente specializzati
pronti a riproporre manufatti molto, molto belli. Delle vere roulotte ante
litteram, s’è detto: nei giorni della processione, che è lunga e faticosa,
all’interno ci si può dormire e sono comunque usate quale appoggio per
l’organizzazione. Le tradizioni a volte mutano ma rimane sempre il momento
della marcia ben diviso da quello della “esposizione”. E cioè, durante il
percorso, in campagna, ci si mettevano i vestiti da fatica ma quando si
arrivava nei pressi di un centro abitato, via al cambiamento repentino e così
comparivano di nuovo i vestiti da parata, con le donne pronte a sfoderare il
sorriso più splendente. Era, ed è, per la gioventù quasi una festa di
iniziazione, molto ambita, con le giovani donne quasi ricoperte da una cascata
di fiori coloratissimi. Ma nelle traccas c’erano anche riserve alimentari e
acqua. Il prezioso liquido, ricercatissimo quando il sole e la stanchezza si
facevano sentire, veniva custodito in contenitori chiamati “furiottus”,
imboscati all’interno del carro, lontano dal sole. Ce ne era anche per gli
animali dal momento che i bovini vengono continuamente dissetati con acqua
potabile. E il cibo? Pronto! Salami, insaccati della tradizione e poi i
formaggi, il tutto accompagnato dal “muddizzosu”, il pane caratteristico di
Cagliari e dintorni, disponibili per sostenersi. Solo piatti freddi? Manco per
idea! Ad un certo punto usciva fuori il “caddaxiu”, una grande pentola di rame
proprio per cuocere qualsiasi cosa in un rituale che è rimasto quasi sempre
eguale da oltre tre secoli.
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