Nel cuore di Stampace, a Cagliari, confusa in mezzo alle strette strade del quartiere, sorge la chiesa da dove il 1° Maggio di ogni anno parte la Processione dedicata a Sant'Efisio. Costruita nel 1200 d.C., nello stesso punto in cui sorgeva la grotta ritenuta la prigione dove Efisio fu rinchiuso prima di essere decapitato sulla spiaggia di Nora, nel 303 d.C., oggi la piccola chiesa si presenta in stile barocchetto piemontese.
Nel 1500 venne ricostruita completamente, sull'originaria struttura duecentesca, ma fu nel 1700 che acquisì l'aspetto attuale. La facciata, delimitata da lesene ioniche, è ripartita in tre ordini da cornici mistilinee orizzontali; in quello inferiore si apre il portale, sormontato da un timpano curvo spezzato e affiancato da due false nicchie; nell'ordine superiore è presente una finestra centrale, affiancata da due finestre cieche, mentre il terzo ordine di coronamento è costituito da un timpano curvo "a cappello di carabiniere" e incorniciato da due modanature che s'incontrano al centro con due volute unite da una ghirlanda. Al fianco destro della facciata s'innalza un campanile a canna quadrata, sormontato da un cupolino di maioliche.
Oltre alla statua processionale di Sant'Efisio e a una serie di opere d'arte degne di nota, come i dipinti di Francesco Costa, Domenico Colombino e Sebastiano Scaleta, l'interno dell'edificio conserva anche una lapide di ringraziamento al Santo per la protezione accordata alla città nel corso del
Da via Sant'Efisio, sul fianco della chiesa, attraverso una piccola porta e una ripida scala scavata nella roccia, si arriva alla cripta, ritenuta dalla tradizione la prigione di Sant'Efisio, luogo che nel corso della seconda guerra mondiale fu utilizzato dai cagliaritani come rifugio contro i bombardamenti aerei degli alleati.
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